Bizzirri, ceramiche dal 1954

Visita al laboratorio artigianale per riscoprire il fascino di un’arte senza tempo.

La ceramica è uno dei settori per eccellenza che hanno fatto grande l’Italia nel mondo. Arte, storia, tradizione. E poi ancora creatività, manualità, bellezza. La ceramica è la grande custode di tutto questo. Visitare un laboratorio di ceramica è un’esperienza che fa gioire l’occhio e riempie il cuore.

Oggi Made in Italy Lab incontra Francesco Bizzirri, direttore commerciale dell’omonima azienda a due passi da Città di Castello, da sempre culla di importanti sensibilità artistiche.

Francesco, apriamo l’album dei ricordi: parlaci di come nasce e si sviluppa Bizzirri.

Merito di mio nonno, che fonda l’azienda nel 1954. La sede è in una chiesa sconsacrata nel centro storico di Città di Castello. Dalla fine degli anni ’70 siamo invece qui nello stabilimento di Cerbara.
Inizialmente la produzione riguardava souvenir artistici in ceramica, poi nel tempo ci siamo spostati nell’ambito dei barattoli in ceramica per conservare spezie e prodotti alimentari. Dall’inizio degli anni ’90 produciamo invece articoli per la tavola e oggettistica per la casa. Negli ultimissimi anni stiamo coprendo anche il settore dell’arredo casa con prodotti come piastrelle e pannelli architettonici.

Collezioni prodotti in ceramica

Un manufatto in ceramica si nutre anche di creatività, di ispirazione. Come fate scoccare la scintilla?

Cerchiamo per prima cosa di essere attenti al mercato, ai gusti delle persone. Molte idee nascono dai nostri due designer, uno con una sensibilità più di tipo italiana classica, l’altro più orientato a un gusto di respiro internazionale. Per alcune collezioni particolari coinvolgiamo invece artisti o progettisti esterni che ci colpiscono per uno stile particolare e che riteniamo in linea con il nostro marchio. Crediamo sia un buon modo per mantenere alta la verve creativa dell’azienda.

Per un primo modello meglio la carta o un software grafico?

Entrambi. Dipende anche dalle situazioni. Una volta il primo schizzo era inevitabilmente su carta. Oggi facciamo uso costante di software grafici ma la buona abitudine di fare un primo bozzetto su carta non è scomparsa.

E poi come si procede? Puoi rivelarci qualcosa in più del processo produttivo? Questo grande forno che stiamo vedendo, ad esempio, come viene usato?

Serve per la fase di cottura, che a seconda del prodotto da realizzare ha una lunghezza variabile. Per prima cosa cerchiamo di acquisire la miglior materia prima presente sul mercato, che le sapienti mani dei nostri maestri artigiani provvedono a plasmare e a decorare.
Negli ultimi tempi stiamo sperimentando anche manufatti in ceramica con decori stampati. Poi c’è la fase della smaltatura, detta anche cristallizzazione, che serve a proteggere il manufatto dall’acqua e dall’uso quotidiano. Infine c’è la cottura in forno.

Lavorazione di manufatti in ceramica

Alcune vostre collezioni adottano uno stile volutamente imperfetto. Una scelta in contrasto con una larga parte del mercato che invece della perfezione ha fatto il proprio marchio.

Sì, è vero: si tratta di una scelta consapevole. Vogliamo richiamare la tradizione, far rivivere gli oggetti d’uso delle vecchie famiglie popolari umbre e italiane.
I nostri clienti, soprattutto in Sudamerica che è il nostro mercato di riferimento, amano i prodotti artigianali e questa nostra scelta serve proprio a esaltare questa caratteristica, a renderla ancora più evidente. Cerchiamo di avere un approccio al prodotto capace di mettere volutamente in luce le piccole imperfezioni: non vogliamo correggerle, vogliamo trasformarle in pregi.

Come se la passa il settore delle ceramiche italiano?

Potrebbe stare meglio. In generale bisogna ammettere che il settore della ceramica artigianale è in una fase un po’ critica. Questo perché si tratta di un prodotto essenzialmente povero, fatto a mano da personale esperto e qualificato, che ha un costo non paragonabile a quello di tanti concorrenti, soprattutto stranieri.

Un’altra problematica all’orizzonte è l’uso che sta diventando sempre più diffuso della melanina, soprattutto negli Stati Uniti. È un materiale simile alla plastica, ma più spessa di quella che siamo abituati a maneggiare e che in qualche modo va a imitare la ceramica, anche se con la ceramica non ha nulla a che vedere.

Perché le creazioni artigianali italiane sono così apprezzate all’estero?

Noi italiani abbiamo la capacità di innovare, siamo dotati di grande capacità immaginativa. Ci piace esplorare nuovi territori creativi e non rincorrere gli altri su strade già battute. Anche la flessibilità e le possibilità di personalizzazione sono due carte vincenti del prodotto artigianale made in Italy. Le botteghe artigiane italiane sono famose per riuscire a creare su commessa pezzi unici o in tiratura limitata di eccellente qualità.

Laboratorio Bizzirri ceramiche in Umbria

Da dove nascono queste qualità dell’artigianato made in Italy?

Viviamo in un contesto che stimola la bellezza, il gusto dell’estetica. Lo ritroviamo nel paesaggio, nell’architettura, nella storia, nell’arte. Vivendo in Italia abbiamo la fortuna di vivere fin da piccoli circondati da cose belle e questo alla fine si riflette anche nel nostro approccio alla manifattura e ai prodotti.

Il made in Italy nel prossimo futuro: più forte o più debole?

È una grande sfida. In molti vorrebbero un made in italy debole o al tramonto, farebbe comodo a tanti stati nostri concorrenti. In più c’è anche un discorso di globalizzazione, perché un processo del genere porta con sé anche un appiattimento dei gusti.
Premesso che ormai cinque anni sono un orizzonte temporale veramente difficile da prevedere, io credo che il made in Italy nel prossimo futuro avrà ancora un fascino e un valore. A patto che mantenga il suo carattere d’eccellenza e continui a fare ciò che ha sempre fatto, cioè offrire al mondo idee innovative, intuizioni sorprendenti e manifestazioni di bellezza in tutte le sue possibili forme espressive. L’errore che non dobbiamo commettere è fermarci, pensare che possiamo vivere di rendita.

Internet e social network: com’è cambiato il modo di rapportarsi ai clienti?

Viviamo nella società dell’immagine e delle connessioni, per cui presentare bene i prodotti sul web è importantissimo, così come l’interazione con le persone. A noi interagire con i nostri clienti piace molto. È un’attività impegnativa perché ha bisogno di svolgersi quasi in tempo reale, però ci permette di essere sempre presenti e di avere un dialogo costante con le persone.

Tra tutti i social network usiamo più che altro Facebook e Instagram, sono quelli con cui ci troviamo più a nostro agio. Per noi sono fondamentali perché ci consentono di raccontare meglio il prodotto, aumentarne la percezione di qualità e l’impatto visivo. Crediamo molto nell’importanza dell’impatto visivo, spesso creiamo collezioni ad hoc di grande impatto visivo che sappiano catturare l’attenzione sia dal vivo che su un display. L’esperimento che abbiamo fatto con il designer Massimiliano Toniol andava proprio in questa direzione e ha avuto successo.

Conoscete il piano Industria 4.0 varato dal governo? Vi state già muovendo a tal proposito?

Non in modo approfondito. Lo conosciamo in modo superficiale ma da come vedo mi sembra un buon veicolo per trainare un certo tipo di investimenti. Merita di sicuro un focus ulteriore.

Made in italy Lab ringrazia tutto il personale per l’accoglienza, in modo particolare Francesco Bizzirri per la splendida visita all’azienda.

Bizzirri
http://www.bizzirri.it/
Via G. Pastore, 7
Città di Castello (PG)
Umbria


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