FAI: cultura e impegno per il patrimonio paesaggistico italiano
Il made in Italy trae valore anche da comportamenti virtuosi di responsabilità ambientale.
C’è una fondazione senza scopo di lucro che fin dal 1975 lavora per tutelare le nostre bellezze storiche, artistiche e paesaggistiche, vero fulcro del made in Italy.
È per questo motivo che incontriamo Marco Di Luccio, responsabile dell’Area Gestione e Sviluppo Beni presso il FAI – Fondo Ambiente Italiano, al quale chiediamo alcune curiosità sulla natura e le attività della fondazione.
Marco, grazie per la disponibilità. Come descriveresti il FAI in tre parole?
Cultura, rispetto e territorio.
Cosa si prova a vedere ultimato un importante lavoro di restauro o di recupero ambientale?
È un misto di fierezza e di emozione. C’è la sensazione di fare un regalo alla comunità, di offrire alle persone un qualcosa di valore di cui tutti possono beneficiare.
Un esempio?
Penso al Bosco di San Francesco ad Assisi. Era una zona che versava in condizioni di degrado e di abbandono, invece con un’opera di restauro e di valorizzazione paesaggistica è stata restituita alla comunità e ha dato a turisti e cittadini nuove possibilità di fruizione della città e del territorio.
Perché l’Italia storicamente fa fatica a costruire progetti di grande interesse collettivo?
Per tanto tempo ciascuno ha pensato troppo al proprio orticello e poco all’interesse di tutti. Con il tempo siamo migliorati, ma dobbiamo imparare a essere più aperti e meno individualisti. L’Italia ha un grande bisogno di fare squadra, a tutti i livelli, in ogni campo.
La salvaguardia patrimonio paesaggistico italiano passa anche dall’impegno quotidiano da parte di tutti. Cosa potrebbero fare di più i cittadini?
Continuare con comportamenti virtuosi di responsabilità etica e ambientale. I volontari già lo fanno e infatti la loro funzione ha un’importanza centrale nella valorizzazione del patrimonio paesaggistico italiano. È un impegno nobile ed estremamente utile.
Vedere il vicino di casa o il collega di lavoro che ha a cuore il futuro dell’ambiente e rispetta il paesaggio in cui vive è un esempio di grande forza. Più persone mettono in atto comportamenti virtuosi, più persone saranno stimolate a emularli.
E la politica?
Spiace vedere quando le tematiche ambientali non hanno un ruolo centrale nel dibattito politico. Sembra quasi che ci si sia rassegnati a una considerazione di fondo: la tutela dell’ambiente non porta voti nel breve periodo.
Credo che non ci sia nulla di più sbagliato. La politica farebbe bene a mettere in primo piano la valorizzazione dei siti culturali e la tutela del patrimonio paesaggistico italiano. Sono due leve fondamentali, specie a livello economico, entrambe capaci di portare sviluppo e dare impulso in ogni settore, in modo trasversale e duraturo.
La tutela delle bellezze storiche, artistiche e paesaggistiche contribuisce dunque a dare forza economica al made in Italy.
Ma certo. Il made in Italy è un stile di vita, un modo particolare di guardare il mondo. I clienti stranieri o le aziende che investono in Italia desiderano avere a che fare con un contesto dove si respira armonia e bellezza, sempre e ovunque. È per questo che anche le aziende traggono giovamento da un patrimonio storico, artistico e ambientale tirato a lucido.
In generale, gli italiani sono consapevoli della grande ricchezza ambientale e storico-artistico in cui vivono?
Non fino in fondo. Ed è un peccato perché l’Italia è uno scrigno di bellezze e culture che nel corso dei secoli hanno dato una meravigliosa testimonianza di sé, spesso contaminandosi in modo del tutto unico. L’errore più grande sarebbe dare tutto ciò per scontato, pensare che questa enorme ricchezza possa rimanere intatta senza prendersene cura. Il FAI serve anche a evitare che tutto ciò accada.
Made in Italy Lab raccoglie il contributo anche di altri responsabili del FAI, che rispondono a domande riguardanti alcune iniziative specifiche.
FAI Scuola si rivolge agli studenti: quali sono gli obiettivi di questa iniziativa?
– Risponde Cristina Marchini, responsabile Ufficio Scuola Educazione –
Il Fondo Ambiente Italiano ha come punto centrale della propria missione l’educazione alla conoscenza e all’amore per i beni storici, artistici e paesaggistici italiani. Gli studenti sono interlocutori privilegiati. Ogni anno offriamo ai docenti numerose proposte didattiche, in linea con le indicazioni fornite dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per la scoperta del nostro patrimonio naturale e artistico.
I progetti sono pensati per le scuole di ogni ordine e grado al fine di coinvolgere, tramite un’offerta differenziata, tutti gli studenti, dai bambini della scuola dell’infanzia ai ragazzi delle superiori, invitati a vivere il paesaggio che li circonda attraverso un’esperienza didattica e formativa.
Obiettivo del FAI Scuola è stimolare lo spirito di una cittadinanza attiva che non si limiti a considerare il paesaggio una materia da studiare, ma coinvolga i giovani nell’impegno per la sua tutela, in quanto bene collettivo di inestimabile valore, simbolo della nostra stessa identità.
Si sono da poco concluse le Giornate FAI di Primavera. Di cosa si tratta? Che tipo di partecipazione hanno avuto?
– Risponde Elisa Pasqualetto, responsabile Ufficio Giornate FAI –
Le Giornate FAI di Primavera rappresentano il momento più importante dell’anno di incontro con la gente: è il nostro evento in materia di tutela del patrimonio paesaggistico italiano, volto a festeggiare la storia d’Italia più bella e più nobile, ma è anche un importante evento di raccolta fondi e un’occasione per raccontare a tante persone gli obiettivi e la missione della fondazione.
Siamo doppiamente felici quindi per la partecipazione che c’è stata e per la risposta del pubblico, che come sempre si è riversato in piazza con oltre 700.000 partecipanti: i visitatori, oltre ad apprezzare l’impegno della Fondazione, sono stati sensibilizzati iscrivendosi o donando un contributo.
Fondi preziosi destinati come sempre al sostegno delle attività istituzionali del FAI. C’è un’Italia che invita e un’Italia che partecipa: l’energia dei 50.000 volontari del FAI ha spinto la gente a scoprire, negli oltre 1.000 luoghi aperti al pubblico, i tanti frammenti di una stessa identità.
Come impiega il FAI il 5×1000 che chiede ai cittadini? E quali progetti ha la fondazione per il futuro?
– Risponde Patrice Simonnet, area Raccolta Fondi –
Con il 5×1000 copriamo i costi di manutenzione per mantenere in perfette condizioni 69.900 m² di edifici storici tutelati e 6.735.000 m² di paesaggio protetto in tutta Italia. Per esempio questa iniziativa finanzia i cantieri di restauro come l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate nel cuore del Salento o Monte Fontana Secca e Col de Spadaròt sul massiccio del Grappa.
Il nostro lavoro, progetti futuri compresi, è organizzato sulla base di un piano strategico. Quello attuale è stato redatto nel 2014, ha pianificato una prospettiva di crescita fino al 2023 ed è organizzato in tre piani operativi triennali: 2015/2017 che puntava a creare una nuova relazione tra il FAI e le persone; 2018/2020 che verte sull’acquisizione e alla salvaguardia di nuovi beni; 2021/2023 che si focalizza sul raggiungimento di 1,5 milioni di visitatori annuali, 250mila iscritti e 50mila volontari, coinvolti sia nella gestione dei luoghi che nelle altre attività sul territorio.
Made in Italy Lab ringrazia il FAI per la disponibilità e le informazioni condivise a beneficio di tutti i lettori sul patrimonio paesaggistico italiano.
FAI – Fondo Ambiente Italiano
https://www.fondoambiente.it/
Via delle Botteghe Oscure, 32
Roma (RM)
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