L’azienda italiana pronta a rivoluzionare le abitudini di consumo degli alcolici con cocktail già mixati.
L’innovazione può manifestarsi in tanti modi diversi, assumere le forme più varie. Non è necessariamente una mera questione tecnologica, molto più spesso scaturisce da una prospettiva diversa con cui si guarda al pubblico, al mercato e al proprio modello di business. NIO ha trovato la sua chiave di accesso all’innovazione intervenendo in modo radicale sulle abitudini di consumo dei cocktail.
Luca Quagliano, ideatore e fondatore di NIO – Needs Ice Only, presenta a Made in italy Lab l’idea di base e i recenti sviluppi dell’azienda.
Ciao Luca, raccontaci come è nata l’idea di NIO. C’è qualche particolare inedito o curioso per i nostri lettori?
L’idea nasce in maniera un po’ particolare, in casa e al termine di una cena fra amici. Spesso a fine pasto amo concludere con qualcosa di alcolico, come la maggior parte degli italiani, che sia un amaro o un limoncello. Personalmente amo però gli spirits di qualità, ho sempre in casa bottiglie di whisky, rum, vodka e gin. Una volta ho chiesto: “Ragazzi, ci beviamo un cocktail per concludere?” La risposta è stata categorica: “Se li fai tu, allora preferiamo un classico limoncello!”.
È da qui che è nata l’idea di un cocktail ready to drink?
Sì, perché amo i cocktail ma non ho le competenze per prepararli. Questo episodio mi ha fatto pensare, sembra banale ma per fare un buon cocktail servono competenze che pochi hanno e materie prime di qualità che in casa non tiene quasi nessuno.
Ho allora iniziato a ragionare su cocktail già pronti, su cocktail da portare con sé, anche monodose.
Il mercato cosa propone attualmente?
Oggi la consegna a domicilio tramite internet è ormai assodata: film, prodotti, chef, cibi e tante altre cose ci arrivano direttamente a casa. Il drink delivery è invece un settore ancora poco sviluppato e sui cocktail c’è un incredibile vuoto di mercato.
Abbiamo fatto le nostre analisi di mercato e abbiamo visto che esistono piccoli competitor sul drink delivery in America e in Australia ma parliamo di piccole cose che tendenzialmente si basano su confezioni in vetro.
E in Italia?
In Italia ci sono piccole realtà ma niente di ben strutturato. In alcune grandi città, tipo Milano ad esempio, il delivery è in forte espansione soprattutto nel settore food. Abbiamo quindi trovato un settore abbastanza scoperto e dove magari poteva esserci anche una richiesta e da qui siamo partiti. Come detto il mondo del drink delivery è in gran parte inesplorato.
Pensi che il consumatore sia pronto al consumo di un cocktail in scatola così rivoluzionario?
Sì e no. É chiaro che un prodotto come un cocktail già pronto va spiegato, provato e fatto apprezzare. Io sono assolutamente fiducioso, perché ritengo che una volta provati questi cocktail ready to drink ci si convince subito della qualità del prodotto e se rimane entusiasti.
Nei paesi del nord Europa probabilmente c’è più apertura mentale alle novità. In Italia siamo più scettici in fatto di cibo, più conservatori, a volte anche un pochino snob. Devo dire però che abbiamo ricevuto dei riscontri eccezionali anche in Italia, mi aspettavo più scetticismo invece i cocktail monodose e pronti all’uso NIO sono piaciuti, e molto.
In quali occasioni può essere consumato NIO e come si prepara?
Le occasioni di consumo per i cocktail già mixati sono quasi infinite. Inizialmente avevamo pensato al nostro progetto in ottica B2C, cioè proporlo al solo consumatore finale all’interno delle mura domestiche. Poi ci siamo accorti che le occasioni di consumo sono tantissime: in piscina, al mare, in spiaggia, su una barca, su un aereo, in treno, a una festa, durante un picnic in montagna. E questo grazie alla facilità dei nostri cocktail pronti all’uso: basta solo mettere un po’ di ghiaccio. Ecco, l’unico ostacolo è quello di avere un cubetto di ghiaccio, ma si può facilmente reperire ovunque. Come si prepara? Il nome Need Ice Only spiega già tutto.
Credi che le abitudini di consumo degli alcolici siano cambiate nel corso del tempo?
Sì, il mondo degli alcolici sta cambiando. Si sta creando una cultura del cocktail che con noi non ha niente a che fare e che noi cerchiamo di cavalcare: ogni giorno nascono cocktail bar specializzati, alla gente non interessa solo bere il classico long drink ma vuole il prodotto ricercato, raffinato, esclusivo, personalizzato. Un po’ come sta accadendo nel food, dove ormai si legge e si sperimenta tanto e le aspettative sono molto elevate.
Con i cocktail già pronti NIO, si sostituisce la figura del barman?
No, direi che siamo complementari. Noi andiamo ad inserirci laddove il barman non arriva, portando un cocktail già mixato, ma di qualità, ed esattamente come se fosse preparato in un bar sofisticato. Materie prime e giuste quantità. Se scelgo i giusti ingredienti e li metto nelle quantità corrette il cocktail sarà sempre quello, non può venire meno buono.
Con questo voglio dire che chi vuole andare nei bar continuerà a farlo, ci mancherebbe. Noi andiamo a colmare un’esigenza, riempire un vuoto: fare con i cocktail pronto uso in campo drink delivery la stessa cosa che succede con il cibo nel settore del food delivery.
Sempre a proposito di barman, abbiamo letto che i cocktail vengono realizzati da Patrick Pistolesi, un barman italiano tra i più famosi al mondo. Come mai proprio un barman italiano?
Abbiamo un caro amico in comune, quindi ho pensato di coinvolgere Patrick Pistolesi fin dalla fase embrionale del progetto NIO. Il fatto che una persona come lui abbia capito che potevamo fare un buon lavoro ci ha dato la spinta per iniziare. Poi c’è lui dietro la selezione delle materie prime che selezioniamo e per le giuste quantità, quindi i nostri cocktail non possono non essere buoni. É un po’ il nostro direttore creativo.
Quanti cocktail già mixati offrite?
Per ora siamo a undici ma l’offerta di cocktail ready to use continuerà ad aumentare. Cercheremo di seguire le tendenze e creeremo delle Luxury Edition, come la prima che abbiamo creato in collaborazione con il gruppo Meregalli. Stiamo anche lavorando a delle Capsule Collection per portare i cocktail dei barman più famosi del mondo nelle case di tutti. Vogliamo rendere più democratici anche quei cocktail così particolari che al momento puoi trovare solo in determinati ed esclusivi luoghi.
Tre aggettivi per riassumere NIO.
Innovativo, giovane e disruptive.
Parliamo del packaging. In che modo NIO offre un packaging personalizzabile e originale?
Il packaging è stato fatto così perché volevamo allontanarci dal modello vetro. Anche se ha benefici in termine di conservazione, ha forti svantaggi per peso, trasporto e fragilità, per non parlare del recupero dei vuoti. Il nostro packaging è ecosostenibile: quando hai finito il cocktail, puoi buttare la carta da una parte e la plastica dall’altra. Qualcuno ci ha definito cocktail CD per via del richiamo ai compact disk e alle diverse colorazioni cromatiche, ma noi preferiamo cocktail prêt-à-porter.
Come è possibile mantenere inalterato il cocktail all’interno del packaging?
Non c’è data di scadenza perché l’alcol è un conservante naturale, quindi non mettiamo additivi o altro. È un prodotto che si autoconserva, non deve stare in frigo o al buio, il packaging ha una plastica interna studiata per l’alcol con dei filtri particolari per la luce, il cartone tiene ancora di più la conservazione.
Che risposta state ottenendo dal mercato?
Molto buona. Con l’e-commerce abbiamo venduto quasi trentamila cocktail in due mesi. È davvero un bel numero se consideriamo che si tratta di un prodotto nuovo e per certi versi non immediatamente comprensibile. C’è stata una grossa comunicazione da parte di alcuni blog e quotidiani che ha incuriosito le persone e questo ci ha avvantaggiato.
Abbiamo inoltre appena chiuso un accordo con Bulgari a Roma. Ai loro clienti top già offrono champagne, soft drink e acqua durante l’attesa: da oggi offriranno anche cocktail pronto uso senza avere un barman, tra l’altro un cocktail brandizzato e creato solo per Bulgari, impossibile da trovare altrove.
Accordi simili sono in dirittura di arrivo anche con hotel, enoteche, boutique, aerei e treni perché i nostri prodotti possono diventare un “must have” per diverse occasioni.
Cosa intendi per innovazione?
Sicuramente non siamo una startup innovativa nel senso stretto del termine, poiché l’innovazione viene spesso associata al digitale e noi non siamo una startup digitale.
La nostra vera innovazione è aver pensato a delle occasioni d’uso che non esistevano, aver pensato di creare una cultura che ancora oggi non esiste.
Progetti per il futuro?
In sei mesi abbiamo già fatto tantissimo. Abbiamo creato una piattaforma e-commerce gestita da noi e uno showroom. Devo dire che non è facile decidere come sarà il negozio di un prodotto che non esiste. Dipende da come vuoi farti percepire dal cliente. Per fare questo ci siamo fatti aiutare da un famoso architetto di Milano.
In Italia stiamo già vendendo bene, abbiamo aperto uno stabilimento a Lodi che ci consentirà di aumentare la capacità produttiva e iniziamo a decollare anche all’estero. Stiamo predisponendo strategie diversificate in base ai singoli paesi, perché ognuno ha culture, mode e legislazioni diverse.
Made in Italy Lab ringrazia Luca Quagliano per l’interessante approfondimento sul mondo dei cocktail ready to drink e del drink delivery.
NIO – Needs Ice Only
https://nio-cocktails.com
Via Tortona, 15
Milano (MI)
Lombardia
Ti è piaciuto questo articolo?Qual è il tuo punto di vista?Parliamone online.