Design e cioccolato si fondono per creare una bontà tutta nuova.
La scoperta è stata casuale ma ha fatto subito scattare in noi il più classico degli amori a prima vista. Il desiderio di incontrare i creatori di questo modo così creativo di godere del cioccolato è stato davvero molto forte, fin dal principio.
Gabriele Cossu e Piergiorgio Carozza, inventori e titolari di Shockino, hanno raccolto con entusiasmo il nostro invito: ci guidano nel laboratorio artigianale e raccontano alcune curiosità interessanti su questo prodotto innovativo.
Gabriele, definiamo Shockino in due parole.
È un prodotto nuovo, si tratta di una pralina componibile suddivisa in tre parti.
Da dove nasce questo amore per il cioccolato?
Amiamo il food in generale, e con esso il design. Il cioccolato è una delle aree più affascinanti dove poter ragionare su tradizione ed innovazione allo stesso momento.
Come siete arrivati alla fondazione di questa azienda?
Io e Piergiorgio abbiamo una formazione da product & food designer, siamo cresciuti a pane e design sin da piccoli. Ci siamo trovati quasi per caso ai corsi universitari di disegno Industriale a Torino e lì abbiamo iniziato a collaborare, siamo entrati subito in sintonia. Da qui alla nascita di Shockino il passo è stato naturale, anche se non immediato.
Una pralina componibile suddivisa in tre parti, dicevi. Da dove nasce questa intuizione creativa?
Siamo partiti nel 2007 con una prima elaborazione per un concorso sul cioccolato. Già da qualche anno stavamo ragionando sul tema del personal design, sul concetto di personalizzazione. Un tema oggi ancora più forte grazie alle nuove tecnologie, ma ai tempi confinato solo in alcuni settori.
Volevamo creare un prodotto alimentare, nello specifico cioccolato, configurabile dall’utente prima del consumo. Non abbiamo vinto il concorso ma abbiamo deciso comunque di continuare a investire su quest’idea perché ci credevamo fortemente.
Piergiorgio, come avete portato avanti il cioccolatino componibile dal punto di vista imprenditoriale?
Nel trasformare l’idea in prodotto abbiamo affrontato le classiche vicissitudini che si presentano quando pensi di aver avuto una buona idea e cerchi strumenti e professionalità per produrla. Ci siamo impegnati per sviluppare un prodotto intuitivo, innovativo e ottenibile con tecniche tradizionali di produzione. Volevamo qualcosa di nuovo, ma fruibile e realizzabile.
Dal 2008 al 2013 abbiamo fatto vari tentativi e individuato diversi partner per la sua messa in produzione. La ricerca è stata ardua ma interessante anche perché ci ha ulteriormente spronato a risolvere non solo i problemi relativi al cioccolato, poi risolto in forma di pralina, ma anche del packaging e della sua modalità di consumo.
In queste fasi abbiamo concentrato la nostra attenzione su l’interazione tra il consumatore e il prodotto, gli aspetti sensoriali della parte edibile, le problematiche relative al packaging, sviluppando ad hoc i supporti termoformati e le confezioni modulo.
Dal 2014 abbiamo infine lanciato e prodotto Shockino attraverso la collaborazione con un artigiano partner e dal 2017 produciamo in maniera indipendente nel nostro laboratorio.
Lavorazione artigianale: puoi rivelarci qualche dettaglio ulteriore?
Nel nostro laboratorio ci occupiamo di camicie in cioccolato, della preparazione delle ganache e delle granelle. Il tutto attraverso processi manuali. Sono attività complesse perché necessitano del saper fare dato dall’esperienza in laboratorio. Per fare questo in questi anni abbiamo studiato e approfondito molto la parte operativa e pratica. Negli ultimi mesi abbiamo anche intrapreso formazione sul campo con il maestro pasticcere Paolo Caridi, che poi è anche il nostro tutor tecnico, coinvolto nel progetto per migliorare e mantenere sempre alti gli standard qualitativi e organolettici della produzione.
Bisogna considerare che per realizzare una singola scatola di Shockino servono tanti gusti diversi, gestiamo un numero elevato di fornitori che abbiamo rintracciato e testato noi stessi. Questo perché oltre al fattore cioccolato bisogna coordinare e valorizzare gli ingredienti e dei prodotti che utilizziamo per completare i gusti delle nostre praline. In questo modo siamo sicuri di parlare di IGP, BIO, DOP e di rivolgerci a produttori locali per garantire il massimo della qualità.
Gabriele, a che tipo di clientela piacciono i vostri prodotti?
Abbiamo imparato a sorprenderci noi stessi dei risultati. Shockino, che ha come estensione del nome “mix experience”, si rivolge sicuramente a persone curiose, appassionate di food in generale e amanti del cioccolato. Questa prima segmentazione apre abbastanza il campo e si completa con i profili di appassionati del design e dei prodotti innovativi.
Non esiste un consumatore tipo e non lo abbiamo fotografato eccessivamente da un punto di vista marketing per poi cucire addosso il prodotto. Di sicuro oggi in ambito food e gastronomia le persone hanno imparato ad essere molto più attente, critiche ed esigenti.
Se si sommano le predisposizioni e tutte le informazioni che giungono anche attraverso i social e la rete si scopre che, dai millennials ai nonni, la meraviglia del comporsi una pralina con le proprie mani e provare qualche mix di gusto inedito non ha grandissime differenza di età o sesso.
Attraverso Shockino si fanno almeno due esperienze positive: si compone per la prima volta una pralina e si compongono mix di gusti spesso inediti.
Dove si trova in vendita?
Vendiamo Shockino sul nostro sito web, ma ci serviamo pure di una rete di contatti e punti vendita tradizionali. Abbiamo anche delle configurazioni di vendita per gli eventi aziendali, il foodservice e il catering, questo perché Shockino si presta molto bene a suscitare emozioni in contesti conviviali e momenti aggregativi.
Quanto è importante il racconto per un prodotto come il vostro? Saper comunicare una storia, far emozionare.
Un prodotto senza storia a volte rischia, pur essendo qualitativamente valido, di passare inosservato. Noi raccontiamo i valori relativi alla territorialità degli ingredienti, al design e alla produzione manuale. Nei nostri gusti c’è spazio per il pinolo di Pisa, la nocciola del Piemonte, il pistacchio di Bronte, la liquirizia di Atri, il peperoncino di Calabria, l’arancia di Sicilia e altri prodotti tipici ancora. Ogni cioccolatino è un pezzo d’Italia, una storia di gusti diversi e sensazioni sempre nuove.
Piergiorgio, a proposito di “made in Italy”: che significato ha per voi questa definizione?
Il made in Italy è come un cassetto, racchiude un po’ la storia del nostro paese stratificata di artigianalità, arte e industria. Il valore che ne deriva sono l’alchimia di questi aspetti e rappresentano per chi ne fruisce un valore emozionale, per chi lo alimenta un fattore di orgoglio.
E qual è la vostra personale idea di made in italy che mettete in pratica nel lavoro di tutti i giorni?
Noi proviamo una strada alternativa ai prodotto classici, uniamo il tema del cioccolato e della pralineria a quello del design. Lo facciamo in modo genuino, senza orpelli dettati da trend stilistici e con grande rispetto delle materie prime e dei processi.
Lo facciamo un po’ alla maniera del design Italiano che ha reso l’Italia famosa nel mondo, offrendo un prodotto nuovo e razionale, anche se complesso, senza forzature dettate dalle tendenze spesso temporanee. Inoltre affrontiamo il tema del cioccolato attraverso una pralina e 18 diversi gusti, questo ci offre l’opportunità di raccontare tipicità ed eccellenze del territorio italiano, con incursioni interessanti anche in ambito internazionale.
La somma di tutti questi fattori ci aiuta a sperare che nell’affollato mondo del cioccolato e delle praline ci sia spazio anche per una voce un po’ fuori dal coro come la nostra.
Gabriele, qual è la vostra opinione sulle tecnologie digitali? Come le impiegate?
Usiamo costantemente il digitale. Lo abbiamo fatto per progettare, dopo il primi disegni su carta, il nostro modello 3D della pralina. Abbiamo progettato i nostri alveoli termoformati, la grafica dei nostri pack e raccontato sul web il nostro prodotto. Per giunta attraverso stampe digitali ad altissima qualità offriamo la personalizzazione anche del packaging per le forniture gift.
Abbiamo anche qualche altro progetto che si baserà ancora di più su digitale e nuove tecnologie. Ci piace dire che conservando e preservando tutto il valore della sfera analogico-artigianale per la produzione possiamo sfruttare le tecnologie e il digitale per amplificare il risultato o renderlo effettivo.
Quando siamo partiti gli aspetti social non erano considerati nel concept, oggi sono parte integrante del prodotto e della sua comunicazione e dell’interazione tra consumatore e prodotto.
Progetti per il futuro?
Abbiamo all’orizzonte la partecipazione a importanti fiere di settore in campo alimentare. A febbraio saremo a Milano per il Salon Du Chocolat, mentre a maggio esporremo al Cibus di Parma.
Anche per quanto riguarda le linee di prodotto abbiamo delle iniziative in cantiere, che hanno bisogno però di maturare ancora qualche mese. Per ora non possiamo rivelare altro ma di sicuro vi terremo aggiornati.
Made in Italy Lab ringrazia Piergiorgio Carozza e Gabriele Cossu per il piacevole incontro e saluta con affetto tutto lo staff del laboratorio artigianale.
Shockino Mix Experience
http://www.shockino.it/
Via Pirandello 45/c
Campobasso (CB)
Molise
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