Incontro con l’azienda toscana per parlare di uno dei simboli dell’italian style
Compagno di viaggio, amico del risveglio, confidente di mille conversazioni. Ma anche una presenza piacevole in centinaia di film, romanzi e canzoni. Spesso carta vincente durante le riunioni di lavoro.
Il caffè è un modo di essere, uno dei simboli universalmente riconosciuti dello stile di vita italiano, oggi come ieri. Oggi Made in Italy Lab ne parla con Patrick Hoffer, presidente dell’azienda Caffè Corsini, che con l’occasione ci presenta anche peculiarità, obiettivi e punti di vista della storica azienda toscana, a pochi minuti da Arezzo.
Patrick, grazie per l’accoglienza. Caffè Corsini farà tappa al Cibus di Parma: che novità state preparando per il pubblico?
Presenteremo i nuovi prodotti della linea compatibili per le macchine espresso Dolce Gusto e i nuovi maxi formati da 50 e 100 capsule, sia per Dolce Gusto che per gli altri sistemi più diffusi. Il nostro spazio sarà tutto dedicato all’italian style e in particolare agli anni ’50, periodo che ha visto la nascita di Caffè Corsini e ha segnato un periodo di grande rinascita per tutta l’Italia. Per chi passerà a trovarci sarà come fare un tuffo nell’atmosfera del miracolo italiano e andare indietro con la memoria a quegli incredibili giorni che hanno reso grande il nostro paese.
A cavallo tra gli anni ’50 e ’60 del Novecento l’Italia sembra al centro del mondo e il caffè è uno dei simboli universalmente riconosciuti del modo di vivere italiano. Oggi in quanti stati esteri è presente Caffè Corsini?
Abbiamo un mercato internazionale fatto da una presenza pluriennale in oltre 65 paesi del mondo. L’Italian style gode già di una fama propria, ma il caffè espresso è un’icona di italianità riconosciuta in tutto il mondo. Per noi si tratta di un orgoglio doppio. Le aspettative di consumatori sempre più preparati e attenti alla qualità del caffè e dei prodotti italiani ci spingono a uno standard qualitativo rigoroso e costante.
Standard qualitativi che passano anche per la filiera produttiva. Come selezionate e lavorate la materia prima?
La nostra materia prima proviene da molteplici paesi in cui le condizioni climatiche consentono la coltivazione. I chicchi di caffè sono soggetti a una severa selezione, in modo da ottenere composizioni di miscele con chicchi omogenei nella dimensione che vengono poi utilizzati per comporre le diverse varianti di gusto.
Una volta selezionati, mediante un sistema di trasporto idraulico, atto a mantenere integri i chicchi di caffè, gli stessi arrivano alle tostatrici per la fase di tostatura. A seconda delle ricette i chicchi subiscono delle tostature controllate da sofisticati software, in grado di conferire tonalità di gusto diverse.
Quanto è importante per voi il controllo post-vendita?
È una componente fondamentale di tutto l’ecosistema aziendale. Monitorare il livello di apprezzamento dei prodotti che i clienti acquistano e consumano ci indicano lo stato di salute dei prodotti stessi e talvolta ci dà anche indicazioni precise su quali eventuali azioni correttive apportare per proporre un prodotto ancor più trasversale e apprezzato dal mercato.
A proposito di clienti: come rispondete ai cambiamenti di gusti e alle nuove modalità di consumo?
C’è fermento. Ci sono cambiamenti in atto che riguardano le tipologie di gusto, le modalità di consumo e gli accessori. La nostra principale mission è stata e sarà sempre proprio quella di offrire prodotti adeguati a ogni esigenza dei consumatori e di cogliere sin dai primi segnali eventuali nuovi trend di consumo. Penso ad esempio alla richiesta di varianti come orzo, ginseng e alcune miscele provenienti da paesi specifici: negli ultimi anni hanno avuto una netta impennata.
Faccio inoltre presente che abbiamo una linea di prodotti chiamati Hario, parola che in giapponese significa “acqua”, che rappresentano una linea di accessori utilizzati per il servizio e la lavorazione particolare del caffè e del tè. Sono prevalentemente in vetro e di alta gamma.
Oggi alle imprese viene richiesta responsabilità sociale? Cosa sta facendo Caffè Corsini in merito?
Abbiamo una particolare attenzione sia verso i consumatori, che verso l’intera filiera. Alcuni dei nostri caffè sono presidio Slow Food, come il Guatemala ed Ethiopia Harenna. La miscela Colombia è certificata IGP. Abbiamo anche prodotti fair trade, che garantiscono i produttori e chi lavora nella filiera.
Le tematiche ambientali ci stanno a cuore da sempre: l’impianto produttivo di Arezzo è alimentato da pannelli solari e produciamo più energia di quella necessaria ad alimentare i macchinari, restituendola al territorio. Più ad ampio respiro, nel 2017 abbiamo promosso la campagna I Love Lions, per la salvaguardia del leone in Africa, con la produzione del cortometraggio “The last call”, presentato alla Festa del Cinema di Roma.
L’innovazione è la chiave del successo?
L’innovazione può avere un peso determinante per il successo di un’azienda. È un’attitudine che va coltivata quotidianamente e portata avanti con programmi di lavoro concreti. Alcuni settori, per loro natura, si prestano meglio di altri alle innovazioni che innescano radicali cambiamenti di mercato. Nel mondo del caffè è molto ambizioso parlare di vera innovazione. Si può creare innovazione intervenendo nelle metodologie di estrazione della bevanda, creando nuovi prodotti idonei a quel tipo di lavorazione.
Oggi il settore del caffè cresce o è in una fase di flessione?
La domanda sembra mantenere un livello costante, è la modalità di assunzione della bevanda che genera un calo dei volumi complessivi dovuto a un minor spreco, grazie al single serve.
Made in Italy Lab saluta e ringrazia il presidente Patrick Hoffer e tutto il personale di Caffè Corsini.
Caffè Corsini
http://www.caffecorsini.it/
Via del Sembolino 62-64
Badia al Pino (AR)
Toscana
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